Tratto dal Messaggero Veneto

Entro un mese bandiremo la gara per la realizzazione del nuovo Piano comunale per la localizzazione degli impianti fissi di telefonia mobile». Ad annunciare la novità è l’assessore alla Qualità della città, Lorenzo Croattini dopo che la legge regionale del 3 marzo ha di fatto annullato la prima gara. «La nuova normativa regionale ha bloccato l’avvio del piano comunale – ha proseguito Croattini -, ma il nostro obiettivo resta avere il livello più basso possibile di onde elettromagnetiche in città, con una media per area al massimo di un Volt metro. Un risultato prioritario che rappresenta anche una prima selezione delle ditte».

E l’Associazione contro l’elettrosmog di Udine (Ace) punta il dito proprio contro la nuova legge regionale e avanza vari interrogativi.

«L’obiettivo dichiarato è lo snellimento delle procedure di gestione e installazione delle antenne per la telefonia mobile, ma secondo noi – spiegano Letizia Mauro e Iolanda Demelas, in tappresentanza dell’Ace -, rappresenta un’involuzione rispetto agli indirizzi della Commissione europea che indicano la necessità di rivedere al ribasso i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici e di favorire un adeguamento di tutti paesi membri verso posizioni più cautelative su questo tema. Per esempio, i “Piani comunali di settore per la localizzazione degli impianti” saranno sostituiti da semplici “Regolamenti comunali per la telefonia mobile”. Le amministrazioni locali saranno così private della possibilità di fare previsioni e zonizzazioni delle aree con calcoli e simulazioni in grado di verificare, preventivamente alle installazioni, i livelli di impatto elettromagnetico».

Per questo motivo l’Ace, insieme con il pediatra e consigliere comunale Mario Canciani, lancia l’allarme e anche un chiaro appello: «No a gare secondo il principio del massimo ribasso, perché a perderci è la salute di tutti i cittadini».

E, sulla scorta delle indicazioni del tecnico Polab (azienda specializzata nel settore dell’elettromagnetismo), Alfio Turco, l’obiettivo da raggiungere sarebbero i 0,6 Volt per metro. «Con una puntuale analisi delle sorgenti esistenti sommate a un’ipotesi di localizzazione delle future antenne – spiega Turco – la media per area non dovrebbe superare il limite di 0,6 Volt metro. La vecchia gara del Comune aveva previsto un budget bassissimo, perciò la nostra proposta era stata già cassata in partenza».

L’assessore Croattini anticipa però che quello dei 0,6 Volt per metro è un obiettivo impossibile per l’intero territorio comunale perché «soltanto l’antenna Rai di viale Palmanova fa schizzare i valori. Ripeto, il target del Comune è mantenere il livello di onde elettromagnetiche al minimo, in altre parole non superiori a un Volt metro».

Ma gli aderenti all’Ace non si arrendo e si chiedono anche quali effetti possano avere le reti Wi-Fi sulla salute della popolazione. «Secondo il principio di precauzione adottato anche da Francia e Germania – ammonisce Mauro – dovremmo comprendere a fondo gli effetti del Wi-Fi prima di espanderlo a vaste aree della città. In molti Paesi europei si sta vietando all’interno dei luoghi chiusi».

Michela Zanutto

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È importante non demonizzare il telefono cellulare, ma insegnare a usarlo in modo corretto». Così Mario Canciani, pediatra e consigliere comunale, da anni impegnato in studi che approfondiscono le conoscenze sulle interazioni smog, elettrosmog e salute. E, per insegnare alle nuove generazioni a usare il cellulare, gli esperti dell’Ace insieme con alcuni medici sono entrati in classe. «Le risposte dei bambini sono state molto convincenti – ha rimarcato Canciani – e alcune di queste le abbiamo pubblicate sul sito dell’associazione www.aceudine.it. Colpisce in particolare la bambina che ha chiesto perché non è apposta anche sui telefonini la scritta “nuoce gravemente alla salute”, come sui pacchetti di sigarette». (m.z.)


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