Tratto da www.blitzquotidiano.it

ANCONA – La Regione Marche dovra’ pagare oltre due milioni di euro alla curatela fallimentare della Sitt srl di Ancona, azienda leader nel settore degli impianti di telecomunicazioni, fallita per colpa della legge regionale sull’elettrosmog del 2011 dichiarata incostituzionale dalla Consulta. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Ancona emessa il 20 gennaio scorso, che sancisce per la prima volta in Italia l’ ”illecito legislativo”, dando cosi’ ”una picconata – secondo l’avv. Andrea Bartolini, della curatela fallimentare – al concetto di irresponsabilita’ del potere legislativo”.

La Sitt srl era specializzata nella progettazione e installazione di ripetitori ”chiavi in mano” per i maggiori operatori pubblici e privati di telefonia mobile. Fondata nel 1984, all’inizio degli anni 2000 deteneva – secondo il titolare e amministratore Giacinto Cavalieri – circa il 70% del mercato marchigiano, con 60 dipendenti e sei milioni di fatturato.

Il declino comincia con la legge regionale n. 23 del 2001 sulle modalita’ di installazione degli impianti, che fissa un limitazione del campo magnetico a 3 volt per metro, piu’ restrittiva dei 6 volt per metro previsti dalla legge quadro nazionale, con un parametro gia’ inferiore rispetto a quello europeo.

La stessa legge affidava alla giunta la determinazione discrezionale delle distanze minime tra impianti e perimetro esterno degli edifici. Il quadro normativo marchigiano – diverso da quello vigente nelle altre Regioni italiane – aveva indotto le societa’ telefoniche a investire altrove, almeno temporaneamente.

Nel 2003 la Corte Costituzionale dichiara incostituzionali alcune parti della legge n. 23 (in particolare quelle relative ai limiti del campo magnetico) per avere ecceduto l’ambito della competenza legislativa regionale. Ma il rallentamento degli investimenti nelle Marche aveva portato la Sitt alla perdita di fatturato, all’insolvenza e, nel 2006, al fallimento.

Il giudice Gabriella Pompetti ha accolto le tesi della curatore fallimentare, rappresentato dall’avv. Elisabetta Nicolini, oltre che dall’avv. Bartolini, in particolare per quello che riguarda le responsabilita’ della Regione, paragonando la fattispecie alla violazione delle direttive comunitarie da parte degli Stati nazionali.

Secondo Cavalieri, neanche la tutela della salute dei cittadini, oggetto della legge regionale n. 23, e’ stata assicurata: ”Con un rete a macchia di leopardo il cellulare e’ costretto a trasmettere con tutta la sua potenza, 2.5 watt. E quindi il nostro corpo e’ sottoposto ad un irraggiamento elevato, ad un maggiore inquinamento elettromagnetico”.


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