Il comune di Ovada si mostra particolarmente attento alle questioni legate all’inquinamento elettromagnetico .  A fine settembre ha approvato un ordine del giorno in cui  si richiedeva al Governo  la modifica  dei limiti  di esposizione ai campi elettromagnetici e una maggior autonomia comunale per la gestione del territorio in ambito di tutela dall’inquinamento elettromagnetico.

‘L’Amministrazione comunale si è poi fatta carico di inoltrare l’ordine del giorno alla Presidenza del Consiglio e alla Regione. Nello stesso tempo sono state inviate agli enti superiori anche la più di duemilacinquecento firme che il Comitato contro l’installazione dell’antenna aveva raccolta in città e consegnato al Sindaco.

Il giorno 24 aprile è pervenuta al Comune di Ovada una nota di risposta della Presidenza del Consiglio.

Nella nota si legge che ” con riferimento a quanto inviato il Dipartimento ha acquisito le valutazioni del Ministero della Salute che si trasmettono al Comune di Ovada”.

Segue una relazione del Ministero della Salute.

i campi delle antenne Nella relazione si precisa che “in ordine al tema specifico delle stazioni radio base per la telefonia mobile è innegabile che il continuo aumento del loro numero sul territorio, dovuto sostanzialmente all’incremento delle utenze, abbia contribuito a creare nella popolazione una diffusa preoccupazione per possibili effetti nocivi sulla salute dei campi generati dalla antenne. Questa preoccupazione non trova riscontro nei dati scientifici, come anche più volte espresso dall’OMS, anche perché i livelli di esposizione dovuti alle stazioni radio base sono molto bassi in rapporto sia ai vigenti limiti di esposizione, sia ai livelli di esposizione dovuti al telefono durante l’uso,sia infine a quelli dovuti alle trasmittenti radiotelevisive. Pochi studi hanno del resto indagato eventuali effetti sulla salute in soggetti residenti in prossimità di impianti radio base: ciò è dovuto alla difficoltà di distinguere i piccoli segnali emessi da tali impianti dagli altri segnali a radiofrequenza di intensità più elevata presenti nell’ambiente, in primo luogo quelli dovuti agli impianti radiotelevisivi anche se posti a distanze molto maggiori. I risultati degli studi pubblicati sono quindi affetti da elevati margini di incertezza e non permettono alcuna interpretazione in termini di rischio sanitario”

Il Ministero ribadisce poi che le attuali conoscenze scientifiche non forniscono elementi convincenti per la determinazione di soglie di rischio nei confronti di possibili effetti sanitari a lungo termine dei campi elettromagnetici, la cui esistenza e natura non è stata determinata. Il valore di 6v/m non è comunque messo in discussione dal Ministero poiché al momento non è” possibile quantificare il reale beneficio in termini di salute pubblica derivante dall’adozione dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità o il danno conseguente alla loro eventuale mancata applicazione”.

Il documento – ha spiegato l’assessore all’ambiente Paolo Lantero – è piuttosto deludente. Non fa che ribadire la posizione che ha portato alla legge Gasparri e al conseguente Regolamento regionale che, di fatto, impedisce a noi Comuni la gestione del territorio in fatto di antenne e ci costringe a mille peripezie per provare a tutelare i cittadini e minimizzare le esposizioni. In pratica il Ministero non riconosce il problema che più di 2500 cittadini ci hanno posto e minimizza le preoccupazioni. Prendiamo atto di quanto ci è stato comunicato ma continueremo, con le nostre forze, a fare tutto quanto in nostro potere per regolare l’installazione delle antenne. E’ indubbio però che ci troviamo di fronte ad una contraddizione del tempo presente. Tutti vorrebbero maggiori servizi e antenne lontane, il binomio non può funzionare senza qualche passo indietro in una direzione o nell’altra:dovremmo, come cittadini, individuare tutte le strategie possibili per ottenere scelte differenti ai livelli legislativi statali, soprattutto per conquistare un reale equilibrio tra le forze delle società telefoniche e i governi territoriali, per provare a vincere una battaglia di civiltà e democrazia”.


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