Hanno fatto discutere le dichiarazioni  pubblicate sul giornale Dagbladet dell’ex premier norvegese Gro Harem Brudtland che ha affermato che nel 2002  sono stati allontanati i telefoni cellulari dal suo ufficio in quanto giudicati dannosi per la sua salute.  La notizia, venne totalmente ignorata dai mezzi di comunicazione di tutto il mondo, mentre la settimana successiva un suo dipendente, il responsabile del progetto mondiale dei campi elettromagnetici Michael Repacholi, pubblicamente tentò di minimizzare le preoccupazioni di Brudtland.

Cinque mesi dopo, Brundtland diede le dimissioni, secondo molti proprio a causa dell’annuncio fatto poco tempo prima. Quando si parla di radiazioni elettro-magnetiche, insomma, è evidente che si scatena una schizofrenia collettiva difficilmente spiegabile. Perché? La prima informazione di cui occorre tenere conto è che i ripetitori e i telefoni cellulari emettono micro-onde come i computer senza fili, le antenne wifi, i telefoni cordless e in generale tutti i dispositivi elettronici portatili, quindi senza fili. Se un apparecchio di comunicazione non risulta connesso ad alcun filo, per forza di cose emette radiazioni. Le frequenze possono essere diverse: per esempio quelle dei forni a micro-onde sono le stesse della maggior parte dei cordless. I dispositivi wifi, invece, emanano radiazioni continuamente, in quanto sono sempre accesi, così come le unità dei cordless, che funzionano anche quando non si sta usando il telefono. La stessa cosa vale per i ripetitori, sempre attivi, e per i telefoni cellulari.

Le radiazioni elettromagnetiche ionizzanti causano il cancro: si tratta delle radiazioni atomiche, o dei raggi X. Le radiazioni non ionizzanti, viceversa, teoricamente sono innocue: tra di essere, ci sono anche le micro-onde. È opportuno tenere conto, tuttavia, che una dicotomia di questo tipo rischia di essere fuorviante, se non addirittura sbagliata.

La Commissione Federale delle Comunicazioni degli Stati Uniti, per esempio, è da tempo impegnata nel fissare alcune norme che regolino l’impiego dei telefoni cellulari. Non tutti sanno che nell’imballaggio dei cellulari si trova lo Specific Absorption Rate, un numero che indicare la quantità di energia elettromagnetica prodotta dal cellulare e assorbita dal cervello. Tuttavia, si tratta di parametri ritenuti ancora arbitrari dalla comunità scientifica. La procedura per verificare la conformità degli apparecchi, inoltre, viene spesso contestata, visto che viene effettuata misurando le onde su una testa fantasma, vale a dire un contenitore di plexiglass che ha la forma di un cranio. È evidente, insomma, che al di là delle specifiche dell’organismo statunitense, le zone del cervello vengono surriscaldata nelle persone che usano il cellulare per molte ore al giorno. La prova schiacciante, in questo senso, è rappresentata dalla barriera sanguigna del cervello.

Le radiazioni provocate dai telefoni cellulari, infatti, determinano una dispersione di albumina nel cervello e nei suoi tessuti: è sufficiente un’esposizione al cellulare per due minuti per aumentare i danni provocati alla barriera sanguigna, composta, appunto, anche da albumina. I danni, inoltre, non sono direttamente proporzionali alla quantità di radiazioni: ciò significa che diminuire la potenza dei cellulari potrebbe non servire a renderli più sicuri.

Una ricerca scientifica resa nota nel 2003, d’altronde, ha accertato che un’esposizione al cellulare di due ore, anche solo una volta nella vita, fa sì che la barriera sanguigna del cervello rimanga danneggiata, distruggendo alcune delle cellule connesse alla memoria, all’apprendimento e al movimento. Il risultato della ricerca non è cambiato allontanando il telefono dal corpo, utilizzando gli auricolari o stando nei pressi di una persona che usava il telefono. I neuroni danneggiati, infatti, erano molti in qualsiasi caso.

Vale la pena di mettere in evidenza, in conclusione, che gli organi umani più sensibili alla radiazioni sono il cuore, il sistema nervoso, gli occhi, i polmoni e la ghiandola tiroidea. Ciò significa che l’incremento considerevole delle onde elettromagnetiche nell’ambiente determina una maggiore predisposizione a malattie quali cancro ai testicoli, ipotiroidismo, attacchi di cuore, Alzheimer, sclerosi multipla, fibromi, epilessia, disordini del sonno, cataratte, fatica cronica e autismo.

Sostenere che i cellulari siano innocui, insomma, è quantomeno azzardato, in attesa di riscontri certi.


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