Venerdì 8 febbraio, Villa Minozzo, Appennino reggiano: una bella partecipazione di cittadini per l’incontro organizzato dal Comitato Saldine con Alfio Turco di Polab e Marcello Stampacchia di L’Eremo del Lupo, Bed&Breakfast Elettrosmog Free (www.percorsietnici.net/eremodellupo.html).
Si è parlato di elettrosmog e dello strumento normativo a disposizione delle amministrazioni Comunali su controllo delle localizzazioni delle antenne per la telefonia mobile.

Fonte: Redacon il giornale online dell’Appennino reggiano

L’ultima rilevazione Agcom ha contato ben 97 milioni di sim card attive nel nostro paese. Ma i cellulari sono poi così innocui? O comportano dei rischi per la nostra salute?

Di questo argomento si è parlato a Villa Minozzo ieri l’altra sera. Molta gente e molto interesse. Riportate testimonianze di persone affette da “elettrosensibilità”, una nuova malattia collegata alla presenza di campi elettromagnetici

L’Agenzia delle telecomunicazioni delle Nazioni unite ha riferito che il pianeta, alla fine del 2011, aveva 6 miliardi di abbonati ai servizi per telefoni cellulari. In Italia c’è un solo settore industriale che va a gonfie vele: la telefonia. L’ultima rilevazione Agcom ha contato ben 97 milioni di sim card attive nel nostro paese. Ma i cellulari sono poi così innocui? O comportano dei rischi per la nostra salute?

Per tentare di rispondere a queste domande ieri l’altra sera, venerdì 8 febbraio, nella sala del Consiglio comunale di Villa Minozzo, si è svolto il convegno “Campi elettromagnetici derivanti da cellulari, antenne e wi-fi: rischi per la tua salute”.

La serata, promossa dal comitato “Saldine”, per informare la cittadinanza sui rischi indotti dall’uso delle nuove tecnologie e sugli strumenti a disposizione per ridurre l’elettrosmog, ha richiamato un grande afflusso di gente. Presenti anche il sindaco Luigi Fiocchi, il candidato al senato per il movimento 5 Stelle Gabriella Blancato, il consigliere della circoscrizione di Reggio Alessandro Marmiroli, Adriana Palleni, del comitato cittadini indipendenti di Bologna, e numerose persone provenienti non solo dal capoluogo e zone limitrofe, ma anche da Reggio e altre città. Ha moderato il dibattito Lucia Manicardi.

“Quando abbiamo saputo che volevano installare un’antenna a Villa, in località Saldine – ha spiegato il portavoce del comitato, Fabio Vasirani –, ci siamo allarmati. Eravamo diffidenti, ritenevamo potesse essere dannosa. Allora abbiamo iniziato a studiare, documentandoci in internet, consultando dei manuali, incontrando comitati ed esperti del settore. Abbiamo capito che le onde elettromagnetiche (derivanti da cellulari, antenne radio base, wireless, ecc.) provocano danni alla salute, più o meno rilevanti a seconda del tipo, intensità e frequenza di esposizione, e che non esiste una legislazione efficace al riguardo. Le amministrazioni locali spesso non sono informate in modo adeguato e non adottano gli strumenti permessi dalla legge per regolare la proliferazione delle stazioni radio base ad opera degli operatori telefonici”.

Per rendere tutti più consapevoli su come “gestire al meglio cellulari, wireless e antenne radio base”, il comitato ha coinvolto gli esperti incontrati, professionisti stimati e conosciuti a livello nazionale, come il dott. Alfio Turco, dottore in fisica, fondatore e direttore di Polab srl, intervistato da Matteo Viviani nella puntata de “Le iene” del 3 febbraio scorso, e l’ing. Marcello Stampacchia, creatore, insieme alla moglie, della prima zona elettrosmog free in Italia e in Europa, i quali, “con entusiasmo e gentilezza”, hanno accettato di partecipare alla serata.

Il primo intervento è stato curato dal dott. Alfio Turco, che, oltre alla sua relazione, ha esposto anche quella del prof. Angelo Gino Levis (Università di Padova), assente per motivi familiari. Dopo aver presentato le diverse fonti di campi elettromagnetici (dagli elettrodomestici, ai cellari, ai wi-fi, ecc.) e la loro diversa intensità, si è soffermato sullo stato delle ricerche attuali, rilevando i conflitti di interessi delle compagnie telefoniche, la sottovalutazione di alcuni rischi e le difficoltà di comunicazione. Ha evidenziato la necessità di tener conto del principio di precauzione e del criterio di minimizzazione dell’esposizione e dell’età. Infatti, stando alle ricerche, più una persona è giovane e più il suo cervello è influenzabile dalle onde elettromagnetiche.

“C’è una correlazione tra telefoni mobili e tumori alla testa – ha sottolineato Turco –. La sentenza di Brescia (Corte di cassazione 2012), nel caso del manager Innocente Marcolini, che per lavoro era costretto a colloqui telefonici per più di 6 ore al giorno, ha  sancito, per la prima volta in Italia, un legame di concausalità tra un forte uso del cellulare e un tumore”.

Il dottore ha poi presentato gli strumenti a disposizione delle amministrazioni comunali per gestire la proliferazione delle antenne radio base nelle zone di competenza.

“I comuni non possono ostacolare la copertura – ha proseguito –, ma possono integrare i regolamenti con strumenti tecnici e cercare soluzioni che riducano l’impatto elettromagnetico sul territorio. Ad esempio, possono cercare di capire i progetti degli operatori sul territorio in anticipo, sollecitando le compagnie affinché mandino i piani di sviluppo dell’anno successivo, che loro sono obbligati a fornire, per effettuare una valutazione preventiva e coordinarli: ovvero avviare ricerche per un’opportuna localizzazione dell’impianto, vedere se questo impatta sugli edifici ed eventualmente individuare i siti più idonei o altri equivalenti”.

L’ing. Stampacchia, invece, in una relazione non scientifica, ha riportato le testimonianze di persone, provenienti da tutta Europa e da lui incontrate, affette da una nuova malattia: l’elettrosensibilità. Si tratterebbe di effetti secondari, non letali, legati ai campi elettromagnetici: insonnia, stanchezza, mal di testa, bruciore all’orecchio, stordimento, aborto spontaneo, effetti epilettici, aumento dell’artrite, problemi alla pelle, difficoltà di concentrazione, disordine mentale, malattie neurologiche, danni al cervello, ecc.

“Qualcuno si è accorto che viviamo in campi elettromagnetici? – ha esordito l’ingegnere e ricercatore –. Nel mio progetto di area elettrosmog free, che è durato tre anni, ho visto passare persone elettrosensibili da tutta Europa. Persone affette da queste nuove malattie causate dall’invasività dei campi magnetici. Persone che arrivano ad aver fastidio del filo telefonico che passa attraverso il muro. Il 18% della popolazione mondiale soffre di tali disturbi, ma, di questi, soli il 19% sa di cosa si tratta”.

“Sul territorio urbanizzato – ha spiegato –, soprattutto nelle città della pianura padana, in una città come può essere Bologna ad esempio, si riscontra una grandissima densità di impianti: ormai le persone vivono in un campo elettromagnetico più o meno intenso. In un certo quartiere ad un certo punto un uomo non  riesce più a prender sonno, un bambino, in palazzo vicino, comincia a soffrire d’insonnia, una donna al piano di sotto soffre di forti mal di testa. Tutti si rivolgono al medico, il risultato è che non viene trovata una causa specifica. Se si fa una ricerca ci si accorge che proprio lì, da qualche tempo, ci sono delle antenne di telefonia. Il quartiere è immerso in una struttura di impianti telefonici. Questi sintomi sono andati aumentando da 2 o 3 anni. I router wi-fi, che trasmettono 24 ore su 24, sono aumentati. Ma perché queste persone presentano questi sintomi? A nessuno viene in mente che le due cose possano essere collegate. Però, se si allontanano da quel luogo stanno bene. Probabilmente si tratta di persone elettrosensibili, e non lo sanno. In Italia l’elettrosensibilità non è ancora riconosciuta”.

Il ricercatore ha riportato notizie allarmanti: “Nei primi mesi del 2011 l’uso di farmaci, in particolare il consumo di antidepressivi, è aumentato vertiginosamente, è raddoppiato negli ultimi 10 anni. Allora sorge un dubbio: magari queste sostanze fanno parte dei sintomi che non si sanno identificare, ma molti vogliono farci credere che sia un problema psicologico”.

Ha poi raccontato che già nel 2001 Barrie Trower, ex agente segreto britannico, fisico ed esperto di armi non convenzionali, incaricato di svolgere una ricerca sugli effetti di un sistema di sicurezza sui poliziotti, aveva lanciato un primo messaggio alla comunità: sosteneva che queste tecnologie fossero dannose, che l’effetto cumulativo di tutte queste particelle che attraversano il nostro corpo andasse a deprimere il sistema immunitario.

Da una parte la tecnologia, con tutte le sue potenzialità, dall’altra la salute, con una serie di effetti collaterali. I relatori si sono dimostrati concordi nell’affermare che “la tecnologia serve, salva la vita, ci permette di vivere meglio, però non dobbiamo dimenticare il rovescio della medaglia: se usata in modo invasivo può arrecare forti danni alla salute”.

“Una volta scoperta l’esistenza di un iceberg, come quello dei campi ellettromagnetici – ha concluso il dott. Turco –, bisogna spingerci a capire qual è la nostra relazione con esso”.

La strada indicata non è quella di eliminare ogni tecnologia, ma quella di individuare e indirizzare dei comportamenti.

Ecco allora alcuni preziosi consigli: usare il meno possibile il telefono cellulare; parlare con il vivavoce o l’auricolare; usare il telefono fisso; eliminare il cordless; spegnere il wi-fi e collegare il computer preferibilmente via cavo (la banda lunga si può ottenere anche con il filo); non usare l’agenda elettromagnetica; schermare le pareti, stando però attenti a non introdurre una fonte irradiante in casa, come può essere un router wi-fi; rifiutare la chiavetta per connettersi a Internet; allontanare qualsiasi sorgente dal corpo quel tanto che basta; non comperare un cellulare nuovo ogni volta che esce un nuovo prodotto; non abituare i ragazzi a diventare dipendenti delle nuove tecnologie.

Adriana Palleni ha invitato ad adottare degli stili di vita intelligenti, esercitando i diritti e i doveri di nuova cittadinanza: “Usiamo la tecnologia in modo intelligente. La nostra vita dobbiamo gestirla noi, non i gestori telefonici”.

Per ricevere materiale informativo ed essere informati sui prossimi eventi, si può contattare Fabio Vasirani, tel. 3384137630.


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