ILIAD s.p.a. è il nuovo operatore di telefonia mobile in arrivo sul mercato italiano (quarto gestore oltre TIM, Wind-3 e Vodafone).
ILIAD s.p.a. è nata in seguito ad un accordo tra WIND e H3G, oggi fuse nella società Wind-3, che ha comportato la cessione a questo nuovo soggetto dei diritti d’uso di alcune frequenze e del trasferimento (o uso in co-locazione) di una parte di impianti, nonché la fornitura di servizi di roaming.
Oltre all’acquisizione di queste strutture cedute da Wind-3, ILIAD intende completare la realizzazione di una rete infrastrutturale proprietaria con l’installazione di nuovi impianti.
È già partito il programma di completamento della rete e a quasi tutti i Comuni sono arrivati i piani di sviluppo per nuove installazioni.
In questa fase torna ad essere cruciale, per i Comuni, governare le nuove richieste di installazione, per non subire passivamente le decisioni commerciali del nuovo operatore, decisioni che possono facilmente portare ad un aumento del carico elettromagnetico per la popolazione.
Scenari per i Comuni
Ricordiamo che l’assetto normativo nazionale (L. 36/2001, art. 8 comma 6) nonché alcune leggi regionali, prevedono che “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici“, purché supportato da idonea istruttoria tecnica a giustificazione delle scelte.
Ricordiamo che, con il Decreto “Sblocca Italia”, sono state introdotte molte semplificazioni procedurali che costituiscono un problema da gestire (i Comuni possono ricevere richieste di implementazione degli impianti esistenti, con aggravio di sistemi irradianti, sotto forma di una semplice autocertificazione omnicomprensiva, e non vincolate da pareri di carattere sanitario o paesaggistico).
Riscontriamo inoltre che è ormai prassi che vengano richieste riduzioni dei canoni di locazione o addirittura l’applicazione della sola tassa di concessione (Cosap/Tosap) sui siti di proprietà comunale.
Possibili scenari
- Comuni dotati di un Piano Antenne Polab:
Il Comune, sulla base di piani di sviluppo trasmessi dai gestori, può anticipare gli effetti delle installazioni/modifiche attraverso analisi preventive ed eventualmente individuare le localizzazioni alternative più idonee a minimizzare il carico elettromagnetico. In questo modo vincola il gestore al sito previsto nel Piano approvato dal Consiglio Comunale, gestendo in anticipo ed efficacemente anche le richieste di riduzioni dei canoni di locazione.
- Comuni NON dotati di un Piano Antenne Polab:
Il Comune non ha strumenti per ostacolare le installazioni, qualora risultassero non gradite o a maggior impatto elettromagnetico per la popolazione, né per opporsi ad installazioni su suolo privato, né per gestire efficacemente le richieste di riduzioni.
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