venezia-canaleIl Consiglio di Stato interviene nella controversia tra il Comune di Venezia ed un gestore della telefonia mobile, riguardo l’installazione di un impianto all’interno di un’area destinata a parco pubblico. Il gestore aveva inizialmente maturato i termini del silenzio-assenso sulla richiesta di autorizzazione, ed aveva pertanto iniziato i lavori di installazione; in un secondo momento, il Comune, in base ad una nuova valutazione degli interessi, aveva annullato in autotutela l’autorizzazione, affermando, tra le altre ragioni ostative, che «l’interesse pubblico di erogazione del segnale non viene meno anche in assenza di detto nuovo impianto a motivo che la zona in oggetto non risulta sprovvista di segnale telefonico».

Il gestore lamentava l’illegittimità del provvedimento comunale di annullamento in autotutela; secondo il gestore, il Comune avrebbe adottato tale atto senza ponderare accuratamente l’interesse del privato al mantenimento degli effetti del provvedimento tacito formatosi: infatti il Comune ha annullato l’autorizzazione dopo la formazione del silenzio-assenso e la quasi ultimazione dei lavori.

Ma per il Consiglio di Stato la motivazione del gestore è infondata: il provvedimento di autotutela ha «sottolineato l’esigenza primaria di garantire il corretto uso del territorio, rispetto al quale le ragioni del privato, in una ipotesi come quella esaminata, sono recessive, alla luce della valutazione comparativa degli interessi correttamente svolta dall’Amministrazione, la quale si è comunque premurata di chiarire che l’erogazione del segnale telefonico non viene meno in assenza del nuovo impianto, in quanto la zona non è sprovvista di segnale telefonico».

Ne possiamo dedurre che, secondo il Consiglio di Stato, l’Amministrazione, nel valutare una richiesta di nuova installazione da parte di un gestore,  è tenuta non a potenziare le possibilità di traffico telefonico (interesse privato del gestore), ma solo ad assicurata alla cittadinanza la copertura dei servizi di telefonia mobile (interesse pubblico).

In quest’ottica, assume particolare rilevanza una corretta pianificazione come strumento di supporto alle decisioni dei Comuni, poiché solo un Piano Antenne tecnicamente valido è in grado di dimostrare in maniera incontrovertibile il grado di copertura dei servizi sul territorio, ottimizzando al contempo anche l’impatto elettromagnetico sulla popolazione.

Consiglio di Stato n. 4188 dell’8 settembre 2015

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